Ca’ Bianca, una storia di sorellanza e passione

Venticinque anni fa Emanuela apriva la Locanda Ca’ Bianca con il padre e qui la loro passione per la cucina divenne il loro lavoro.
Oggi la conduce con la sorella Chiara, trovando con coraggio un perfetto equilibrio tra lavoro e famiglia.
Renato amava cucinare e vedeva la stessa passione nella figlia Emanuela, che fin da piccola si rifugiava in cucina per provare a creare qualche cosa di speciale.
Lui non aveva potuto studiare da cuoco, ma vedeva una possibilità e, 25 anni fa, propose a Emanuela di provarci: aprire un’attività tutta loro dove cucinare le ricette della tradizione occitana e magari sperimentare qualche cosa di nuovo. Emanuela accettò subito e insieme aprirono la Locanda Ca’ Bianca a Roccabruna.
Fin da subito la nonna si mise a disposizione per dare una mano nelle preparazioni più lunghe, come pelare le patate o preparare le cipolle ripiene, ma soprattutto insegnò loro la ricetta di famiglia delle ravioles, ancora oggi cavallo di battaglia del ristorante.
Era sempre lei la sera ad occuparsi di Chiara, che all’epoca andava alle elementari, e stava con lei, proprio sopra il ristorante. La bambina aveva il permesso di scendere a fine serata, quando il padre preparava lo zabaione, lasciandone, come in un rito, sempre un assaggio. Un ricordo dolce, da cui anni dopo germoglierà la sua passione per la pasticceria.
Il locale ebbe successo. Emanuela lavorava al ristorante, appassionandosi sempre più alla cucina. Nel frattempo Chiara intraprese un percorso artistico, per poi scegliere una laurea in ingegneria, anche se continuava, quando poteva, a dare una mano alla Locanda. Stagione dopo stagione, però, l’idea di poter lavorare nella sua valle, vicino alla sua famiglia l’attirava sempre di più. Alla fine si decise e, mettendo insieme l’estro degli studi d’arte con la precisione di ingegneria, iniziò a studiare pasticceria e a lavorare a tempo pieno alla Ca’ Bianca.
Una risorsa preziosa per il ristorante e per la gioia di chi alloggia nelle camere, che fa colazione con i suoi dolci sfornati freschi ogni giorno.
Preparare pranzi, cene e colazioni e in più occuparsi delle camere richiede tantissimo impegno e con la nascita dei figli le due sorelle si chiedono come riuscire a conciliare tutto, mantenendo la qualità che da sempre contraddistingue le loro proposte. Dopo aver riflettuto e vagliato tutte le possibilità, prendono una decisione controcorrente: il giorno di chiusura sarà la domenica e il ristorante offrirà i suoi piatti solo a pranzo.
Solo a mezzogiorno? E nemmeno la domenica? I clienti all’inizio sono increduli. Non vogliono perdere questo punto di riferimento per le loro cene! Pian piano, però, capiscono le motivazioni delle due sorelle e premiano la qualità di una cucina dove ancora ogni preparazione è fatta in casa, cosa che richiede tempo e dedizione.
Papà Renato, anima della locanda, è sempre presente. Anche se a volte non condivide le decisioni delle figlie, le rispetta e le supporta sempre. Anche la nonna, arrivata fino a cento anni, ha continuato fino all’ultimo a voler essere d’aiuto alle nipoti, magari pelando le patate ed era felice di vedere le nipoti serene.
E forse è proprio questo il segreto della Locanda Ca’ Bianca: qui oltre a trovare il buon cibo della tradizione si respira aria di serenità che nasce dal perfetto equilibrio tra il fare un lavoro che si ama e le esigenze della famiglia.
Guarda il video-racconto dedicato alla Locanda Ca’ Bianca a questo link.
Questo racconto fa parte del progetto “Storie di vita in Valle Maira“, ideato dal Consorzio Turistico Valle Maira e realizzato dalla fotografa Eunice Brovida ,dal videomaker Fabjo Hazizaj e dalla copywriter Milena Rivolta.
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