Siamo ciò che facciamo, siamo ciò che mangiamo: Chi porta l’essenza della valle fino al nostro piatto
Quando nel nostro corpo introduciamo qualcosa di naturale e prodotto con amore c’è poco da fare: si sente! Lo sappiamo noi che ci piace mangiar bene per dare al nostro corpo il miglior carburante per correre in montagna e lo sa chi ogni giorno lavora per portare nel nostro piatto l’essenza della Valle Maira in forma edibile e chi, soprattutto, si prenderà cura di noi durante il Maira Occitan Trail, offrendoci ristoro con i loro prodotti prima, durante e dopo la gara.
Sono molte le realtà di piccoli produttori della valle che lavorano a filiera cortissima, e per farvi capire quali sono le motivazioni che li spingono a fare ciò che fanno ve ne faremo conoscere alcuni ed alcune: perché uno degli aspetti peculiari della produzione della Valle Maira è che il tocco femminile c’è, e non poco.
Roberta Colombero, Alpe Valanghe
Che stiate correndo la 3° tappa della 4×40 o che invece siate impegnati nella 38k, ci sarà un momento in cui arriverete in uno splendido pascolo posizionato nel punto in cui la Valle Maira, la Valle Grana e la Valle Stura si abbracciano. Lì, all’Alpe Valanghe, riprenderete fiato, mangerete del buon Nostrale e avrete l’occasione di conoscere Roberta, i suoi genitori e i loro animali.
Roberta ha 33 anni e fa la margara, un mestiere tramandato nella famiglia da tre generazioni e che lei ha fatto suo in tutto e per tutto. Nonostante sin da piccola Roberta sia stata più a contatto con gli animali che con le persone questo non le ha impedito di aprirsi al mondo: di viaggiare, imparare, conoscere e, infine, di tornare a casa arricchita.
Roberta, insieme al padre e alla madre, alleva bovini di razza piemontese da riproduzione e in estate li porta in alpeggio, dove alcuni di questi vengono munti per fare il formaggio, come vuole la tradizione.
Ma oltre la cura degli animali e alla produzione casearia, all’Alpe Valanghe si fa molto altro: dall’ospitalità rurale ai laboratori sensoriali con i bambini, agli stage per i ragazzi dell’Istituto Alberghiero che passano la stagione ad imparare i segreti del mestiere. Inoltre quest’anno Roberta ha fatto il corso per poter avviare una fattoria didattica, e non vediamo l’ora di vedere cosa organizzerà per questa stagione: sicuramente qualcosa di rispettoso nei confronti della natura e dell’animale.
La sua grande passione, che più volte l’ha messa di fronte ad un bivio che da un lato indicava un cambio di rotta, sono i cavalli. Ne ha quattro, e da qualche anno organizza qualche passeggiata in montagna, ma sempre con un approccio delicato e sensibile.
Ogni sera arriva qualcuno in alpeggio e anche se è stata una giornata stancante, Roberta non perde l’occasione di chiacchierare, di confrontarsi con persone con visioni e idee anche diverse dalla sua.
Roberta è molto contenta che poco prima di chiudere la stagione in alpeggio avrà modo di ospitare i runner del Maira Occitan Trail. Crede che qualsiasi cosa che unisce le persone possa far bene alla valle. Una valle che lei ama profondamente e che definisce selvaggia, sensibile, reale, unica.
Marta Canuto, Lo Puy
Quando si arriva a Borgata Podio si viene accolti dal suono dei campanelli sparsi nei prati: sono le capre dell’Azienda Agricola Lo Puy, che in occitano significa proprio “Podio”. È così bello sentire il rumore della vita, in una borgata che anni fa era diventata fantasma.
Questa rinascita la si deve a Marta e suo marito Giorgio, che hanno deciso di lasciare Torino per vivere in Valle Maira, prima a San Damiano Macra dove Marta ha lavorato come medico e così si è inserita nella comunità, poi nella disabitata Borgata Podio.
Pensate che il terzo dei cinque figli di Marta e Giorgio è stato il primo bambino nato nella borgata dopo 50 anni.
Così, letteralmente, la borgata è stata ripopolata e fatta tornare a vivere grazie, soprattutto, all’attività dell’azienda agricola.
Prima le capre erano poche, prese per la passione di Giorgio di allevarle per produrre formaggio, poi sono aumentate fino a permettere una vera e propria professione che hanno intrapreso anche i figli.
Man mano che l’attività in azienda agricola è cresciuta Marta ha dovuto abbandonare il suo mestiere di medico: immaginatevi quanto deve essere stato impegnativo per anni lavorare a fondo valle, fare la madre (a non pochi figli) e occuparsi delle capre e di tutte le attività a loro connesse. Ah, e di aprire anche un agriturismo!
Adesso la borgata, nonostante ancora molte abitazioni siano disabitate o da ristrutturare, fa esattamente quello per cui è stata pensata: accoglie una comunità di persone. Questo grazie ad un’idea folle e al sudore di due persone che poi sono diventate sei, poi dieci e poi, chissà – lasciamo spazio a quello che il futuro ha in serbo.
La borgata è sempre aperta a chi vuole visitarla, dormirci, assaggiare diverse varietà di formaggio di capra e altri prodotti naturali, respirare quel senso di famiglia che negli anni è andato a perdersi e che può ritrovarsi, anche se non si ha lo stesso sangue.
Silvia Massarengo, Caseificio del Sarvanot
C’è chi nasce e decide di restare e chi invece elegge la Valle Maira a propria casa: come Marta, anche Silvia ha lasciato la città per vivere in valle.
Silvia, insieme a suo marito Paolo, ha aperto un ristorante a Stroppo dove per anni – fino quando a deciso di chiudere per dedicarsi ad altre attività – ha avuto modo di praticare la sua grande passione: la cucina. Infatti, per Silvia, la cucina è un potentissimo strumento per poter esprimere la cultura, la tradizione del luogo.
Silvia si è da sempre data da fare per il benessere e la promozione della Valle Maira, vedendo nascere il primo Consorzio di cui è stata anche presidente.
Parallelamente alla gestione del ristorante, Silvia si è data alla produzione di genepì, erba di montagna che si usa per l’omonimo liquore che – diciamocelo – dovete assolutamente assaggiare!
Nel 2012 è nato il Caseificio del Sarvanot a Borgata Cucchiales, attività che adesso tiene impegnata Silvia (e non poco) e che oltre a produrre gustosi formaggi di montagna vuole salvaguardare i piccoli allevatori della valle, comprando da loro il latte e permettendo così loro di continuare a lavorare e popolare la valle.
Che vi capiti a qualche ristoro o a cena nel ristorante dove mangerete i giorni di gara è assolutamente impossibile che lasciate la Valle Maira senza aver assaggiato un formaggio del Sarvanot e bevuto un bicchiere di genepì. Anche più d’uno, se ve lo siete meritato!
Famiglia Cavanna, Mulino della Riviera
La neve che si scioglie sulle montagne dell’alta valle diventa acqua, acqua che si incanala nei torrenti fino ad arrivare a fondo valle nel fiume che la percorre tutta, il Maira. Quest’acqua, che è vita in tutti i sensi possibili, arriva fino a Dronero – all’imbocco della valle – e poco prima di passare sotto il Ponte del Diavolo scorre impetuosa fra le pale del Mulino della Riviera, facendo girare così le macine a pietra per trasformare i cereali in farina. Farina che in diversa forma risale tutta la valle fino ad arrivare nelle case, nelle mani e nello stomaco degli abitanti della valle.
Questo ciclo antichissimo, semplice, e purtroppo desueto, è stato riportato in vita dalla famiglia Cavanna, proprietaria del Mulino della Riviera di Dronero.
Qui i Cavanna, che hanno dato nuovo valore al mestiere di mugnaio, macinano a pietra le farine che in alcuni casi, diventano prodotti dolciari artigiani di altissima qualità prodotti da loro stessi e in altri finiscono nelle ricette dei ristoranti della valle.
È praticamente impossibile che durante un soggiorno in valle non assaggiate qualcosa prodotto con queste farine, inoltre, cercate bene nel vostro pacco gara: potreste trovare qualcosa di interessante perfetto da essere mangiato prima di iniziare la vostra avventura sui sentieri della Valle Maira.
Andrea Mazzaglia, Birrificio Alp
La storia del Birrificio Alp, come molte in questa valle, è una storia d’amore. Il Birrificio di Acceglio nasce dal sogno (realizzato) di Andrea e Camilla di lasciare la città, trasferirsi fra le montagne che gli hanno rapito il cuore, e avviare un’attività mossa da un motore fondamentale: la passione.
Birrificio e Pub dallo stile tradizionale di montagna, Alp è un posto che rinfresca il palato e la mente, che accoglie e trasmette energia e voglia di cambiamento.
Alla birra che viene birrificata da Andrea con metodi diversi e prodotti di qualità, sono stati dati i nomi delle montagne più iconiche della Valle Maira. Così, quando correrete ai piedi della Meja, non riuscirete a non pensare alla fresca helles che vi aspetta in fondo al percorso.
L’Ape Maira
No, l’Ape Maira non è una persona, anche se sarebbe bello pensarla così; come un unico individuo che incanala le energie delle anime che vivono la valle. Ma forse proprio perché non si tratta di un’unica persona – ma di una cooperativa – l’Ape Maira è riuscita a diventare un vero e proprio punto di riferimento per la Valle Maira, dove i locali ed i turisti si incontrano, fanno provviste, prendono un caffè o mangiano un boccone.
L’Ape Maira è un negozio di alimentari, bar e bistrot che si trova a Stroppo, e che ha preso la forma odierna – l’unione di un servizio essenziale della valle come l’alimentari e il bar/bistrot – grazie al desiderio di Daniela, Angelica e Viviana, che nel 2014 hanno deciso di partecipare al bando d’assegnazione del locale del comune e di dargli una nuova identità.
Oggi definire l’Ape Maira negozio o tavola calda è decisamente riduttivo: è una calamita di persone, di idee, che oltre a offrire dei servizi di estrema importanza per la valle, promuove la filiera corta e così una produzione sostenibile distribuendo i prodotti di quelle piccole realtà che abbiamo iniziato a conoscere insieme.
Inoltre, la cooperativa, oltre a distribuire produce anch’essa: zafferano, genepì, ribes nero da cui vengono confezionate marmellate e succhi.
Sia come dispensatore di tutte le bontà della valle, sia come forte centro d’aggregazione, l’Ape Maira non potrà mancare al Maira Occitan Trail. Infatti, chi arriva in fondo alla prima tappa della 4×40, avrà modo di godere dell’autentica ospitalità della Valle Maira in forma di ristoro: un vero ristoro dei sensi.